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Catasto, ovvero Onciario della Università del Castello dell’Avignanello 1753

 
Autore:
A cura di: P. Cusano
Collana:
Religione e spiritualità
Pubblicazione:
2013
Venditore:
Ibs
Prezzo:
11,40 €

Descrizione

Questa brochure che il parroco don Massimiliano Iadarola ha voluto donare alla sua comunità riproduce la parte centrale di una documentazione (conservata nell'Archivio di Stato di Napoli) che la riguarda da vicino, perché ciascuno possa ritrovarvi le proprie radici. Benché di natura fiscale, e perciò con tutti i difetti, le manchevolezze e i limiti, essa rappresenta una fonte insostituibile per la conoscenza della situazione socio-economica della comunità del "castello" di Alvignanello a metà Settecento. Il suo nome è catasto onciario o carolino. Onciario dall'oncia, antica unità di misura e moneta di conto che fu presa a base della valutazione, a motivo del metodo suggerito per la riduzione della rendita netta dei beni, espressa in ducati, carlini e grana, in once e tarì, alla ragione di tre carlini per oncia di ducati sei di capitale... Carolino perché voluto dal re Carlo III (di Borbone) nell'ampio ventaglio delle sue riforme. Il giovane sovrano, venuto dalla Spagna nel 1734, si era reso immediatamente conto dell'urgenza di una maggiore giustizia tributaria, e perciò aveva solennemente dichiarato che "i pesi venghino con uguaglianza ripartiti, e che 'l povero non sia caricato più delle sue deboli forze, ed il ricco paghi secondo i suoi averi" (17 marzo 1741). Si trattava di un'importante innovazione tecnica, ma anche di 'lotta politica', perché per la prima volta a base della tassazione era posta la rendita, qualunque fosse la fonte di provenienza, e non più il capitale.